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EBOLA

Si può vincere!

 

L’Acqua è l’elemento universale della Vita. Assistiamo all’opera divina. Prendiamo una goccia d’acqua di mare. Vedremo riprodursi la creazione originaria. Dio non opera in un certo modo oggi, e in un altro domani. La goccia d’acqua, non ho alcun dubbio, con le sue trasformazioni mi racconterà l’universo.

Non vi è alcun veleno vegetale nel mare. Tutto, nelle piante marine, è salute e salubrità, benedizione della vita. Il mare è l’elemento purissimo, si presenta come la grande femmina del globo, il cui inesausto desiderio, il concepimento permanente, la procreazione, non si esaurisce mai.

Jules Michelet: Il Mare.

 

Quest' è 'l principio, quest' è la favilla
che si dilata in fiamma poi vivace,
e come stella in cielo in me scintilla.

Dante: Paradiso XXIV

 

Ho visto il mondo cadere via
e la luce bianca dell’eternità riempire l’aria.

Dal film: The Hobbit - The Desolation of Smaug

 

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!

Marco (13, 37)

 

 

Mentre i politici giocano con secchi d’acqua fredda, tutta la Terra piange e trema, chiede coscienza di vita, rispetto e pace.

Ogni giorno migliaia di tonnellate di farmaci chimici intossicano l’umanità e ci chiediamo ancora perché il clima è così instabile e perché dal Cielo scendano così tante lacrime. Tracciate un diagramma e lo vedrete assomigliare ad un terremoto. Essendo la Terra un organismo vivente è giunta al punto della manifestazione sintomatica, rialzo della temperatura, tremori, traspirazione, dolori…

Quando l’unica soluzione è l’educazione igienica verso il rispetto del terreno costituzionale cioè amore intrinseco ed universale, i responsabili si sottomettono ad un falso sistema, dominato dal male e presentato come bene, che avvelena il corpo sotto una prescrizione infinita di medicinali chimici, esattamente come chi sotterra e rilascia rifiuti tossici e nocivi nella Terra e nel Cielo credendo di farla franca, viene poi inesorabilmente espulso dalla Natura vivente « il male avvelena sempre, non innalza l'uomo, ma lo abbassa e lo umilia, non lo rende più grande, più puro e più ricco, ma lo danneggia e lo fa diventare più piccolo. Benedetto XVI ».

La medicina artificiale accolta inconsapevolmente come prassi ufficiale è in profondo errore! Essa è un agglomerato di composti chimici tossici e morti, pregni di violenza, effetti collaterali e controindicazioni che nulla hanno a che fare con la guarigione e la salute.

In nome di Dio, siate consapevoli e donate il frutto del lavoro ad enti e associazioni che seguono la via della Vita e dell’Amore nel rispetto della Natura!

EBOLA viene definito dai media virus terribile, aggressivo e altamente contagioso.

EBOLA provoca una serie complessa e rapidissima di sintomi, febbre, dolore ai muscoli e agli arti e numerosi problemi al sistema nervoso centrale, vertigini, astenia, cefalea, vomito, dolori addominali, diarrea, emorragia interna.

Il periodo di incubazione (dal momento del contagio all'insorgenza dei primi sintomi) va da 2 a 21 giorni.

La trasmissione del virus è molto rapida, attraverso i fluidi corporei come muco o sangue, le lacrime, la saliva e i rapporti sessuali.

Le porte dalle quali entra la malattia sono la paura e la sottomissione ad uno stile di vita artificiale dominato dalla sedentarietà.

Apprendiamo dal Mare il suo movimento, la sua purezza e la via della Vita, allora scopriremo che è l’Amore a crearla, è l’Amore la più potente medicina naturale vivente. Oltre l’Amore c’è la Vita in continuo divenire.

Occorre per prima cosa cercare l’Amore e fare tesoro delle basi della vera medicina che insegnano:

IL TERRENO COSTITUZIONALE È TUTTO. Per questo ringraziamo la Madre dell’Amore. Maria, Stella del Mare.

Primo: NON NUOCERE

Secondo: PURIFICARE

Terzo: NATURA MEDICATRIX

Il terreno costituzionale si riporta in ottimo stato attraverso i seguenti fattori:

ALIMENTAZIONE NATURALE, MOVIMENTO, RIPOSO. Il massaggio riflessogeno accelera e aiuta il ritorno alla normalità.

Elementi vitali plurivalenti sono la Frutta fresca di stagione, la Verdura cruda, i Cereali integrali, e per condire: Olio extravergine di Oliva di buona qualità, Sale Marino integrale senza alcun additivo, succo puro di Limone naturale ed eventualmente a piacere  Peperoncino, Origano, Salvia, Rosmarino...

Sono i prodotti elaborati che vanno ridotti o eliminati come ad esempio il sale raffinato e additivato, lo zucchero raffinato, il pane raffinato, i dolciumi, la margarina ecc.

Una dieta semplice, fresca, vitale, correttamente associata e quindi spesso dissociata, rappresenta una buona base sulla quale costruire la Salute a tavola.

L’innalzamento febbrile della temperatura causa la morte di parecchi virus e batteri patogeni.

In caso di febbre, è proficuo bere acqua calda « i liquidi caldi, riscaldando la gola contribuiscono ad impedire la replicazione virale. Michael Castleman », unita al succo e scorza di Limone naturale che scioglie e trascina le impurità (PURIFICARE).

Una buona tisana antivirale si prepara facendo bollire in acqua per alcuni minuti Chiodi di Garofano e Cannella, unire poi succo e scorza di Limone con Miele ed eventualmente Propoli (NATURA MEDICATRIX).

Gli oli essenziali naturali e puri sono altamente antivirali!

Ricordate che qualsiasi VIRUS si vince con il bene, seguendo la via della Vita, senza intossicare il corpo (NON NUOCERE).

Dio che è Amore, attraverso la Natura, crea opere uniche e viventi, questa è la via maestra da seguire per vincere il male "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male" (Rm 12,21). « Il male non si sconfigge con il male: su quella strada, infatti, anziché vincere il male, ci si fa vincere dal male. Vincere il male con le armi dell’amore diviene il modo con cui ciascuno può contribuire alla pace di tutti. L'Amore in tutti gli eletti vincerà le sorgenti più profonde del male, portando quale frutto pienamente maturo il Regno della vita e della santità e dell'immortalità gloriosa. Il fondamento di tale compimento escatologico è già racchiuso nella croce di Cristo e nella sua morte. Il fatto che Cristo «è risuscitato il terzo giorno» costituisce il segno finale della missione messianica, segno che corona l'intera rivelazione dell'amore misericordioso nel mondo soggetto al male. Ciò costituisce al tempo stesso il segno che preannuncia «un nuovo cielo e una nuova terra», quando Dio “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” Giovanni Paolo II ».

I vaccini, così come i medicinali chimici e la chemioterapia, non rappresentano certo il bene, sono invece la falsa via del male nascosta sotto una maschera di salvezza artificiale sponsorizzata dalla paura, sono aggressioni violente che sporcano il sangue e ledono la resistenza futura delle generazioni preparando degli sfinimenti e delle trasformazioni morbose più gravi di quelle per cui sono stati inoculati i sieri.

Vaccini, sieri, medicinali chimici e chemioterapici, sono materie morte e senza vita, rappresentano una specie di guerra occulta che, annullando la volontà, tende inizialmente a soffocare e addormentare lo sforzo espletato dall’organismo per espellere i veleni che lo ingombrano, così fino alla morte e allo sterminio per intossicazione velenosa.

Tale è la pazzia di una medicina dominata dalle multinazionali del farmaco che, grazie all’ignoranza e alla pubblicità sfrenata, lavano il cervello ai consumatori, ai medici, agli studenti e ai ricercatori, sfruttano la paura e il dolore per inondare la terra di sporcizia chimica e di veleni che annullano la volontà e la vita, fabbricati da uomini materialisti che non conoscono i Doni del Creato e nemmeno la Natura vivente.

Vaccini e sieri vengono somministrati anche in forma multipla trivalente ecc. moltiplicando il pericolo e il danno, ricordatevi che è soltanto attraverso la purezza che si arriva alla salute « I vaccini non sono forse farmaci, frutto di una complessa elaborazione? Sicuramente essi rientrano tra le peggiori scoperte della medicina ufficiale, che si attribuisce il merito di aver sconfitto quasi totalmente, nei paesi industrialmente avanzati, le malattie infettive.

In realtà esistono dei grafici dell'ISTAT che dimostrano come la mortalità per malattie infettive sia andata gradualmente scemando dall'inizio del XX secolo già da prima dell'introduzione della vaccinazione di massa. Il tutto è stato possibile grazie al miglioramento delle condizioni di vita, alla scomparsa del sovraffollamento degli alloggi, ad una loro maggiore igiene, all'aumento della varietà degli alimenti. Il tenore di vita sempre più elevato ci ha permesso di superare quasi completamente il problema delle malattie infettive, che oggi purtroppo, sia pur raramente, compaiono come conseguenza delle vaccinazioni stesse.

La vaccinazione è una pratica con finalità nobili, che purtroppo non vengono raggiunte. Né il corpo del bambino né quello dell'adulto possono accettare con piacere la pesante intossicazione vaccinale, ma la subiscono con manifestazioni che il più delle volte compaiono, ed anche molto gravi, dopo anni o decenni.

Tra le conseguenze negative della vaccinazione annoveriamo anche il cancro, quale mezzo di difesa dalla grave intossicazione vaccinale. Vi sembra cosa da poco inoculare direttamente nel sangue virus vivi, attenuati o morti, insieme con alluminio, formaldeide e mercurio? Non occorre essere medici ricercatori per capire la grave responsabilità della pratica vaccinale nella diffusione del cancro.

Gli elementi di cui sopra sono tutti di provata cancerogenicità, ma il loro utilizzo continua indisturbato. Per far sì che la gente lo accetti, non se ne parla nemmeno: l'ignoranza è indispensabile affinché possa continuare l'accettazione delle vaccinazioni da parte dei cittadini. Esse ormai sono un mito, supinamente accettato, ma scientificamente non provato. Semmai è provato il contrario, cioè la loro nocività e inutilità. Tantissimi sono i casi ogni anno di bambini lesi dalle vaccinazioni, i cui genitori aspettano il risarcimento dallo Stato, previsto tra l'altro per legge.

Se così stanno le cose significa che anche lo Stato e la medicina ufficialmente riconosciuta ammettono la nocività della pratica vaccinale. Esistono già dei testi medici circa la pericolosità delle vaccinazioni, anche se non debitamente pubblicizzati. Ci sono studi che si protraggono ormai da decenni sulla relazione tra vaccinazioni e cancro, anche se la televisione non li menziona, o soltanto sporadicamente. Comunque esistono varie associazioni in Italia e nel mondo che si occupano di questo problema, raccogliendo dati da tutto il globo.

È bene che la gente sappia che non soltanto i naturopati contestano le vaccinazioni, ma anche tantissimi medici che, a differenza dei primi, spesso hanno paura di esprimere il loro pensiero: l'ordine dei medici è sentito come l'organismo di controllo severo nei loro confronti. Questo non è un guaio soltanto per loro, ma anche e soprattutto per i pazienti, che non possono godere di un servizio sanitario più efficiente. Ho conosciuto personalmente medici contrari alle vaccinazioni che, ai genitori di bambini non ancora vaccinati, propongono un certificato di vaccinazione falso per evitare problemi con la legge.

Le vaccinazioni garantiscono all' industria farmaceutica un introito certo e imponente, una speculazione enorme fatta sulla pelle della gente, un "non senso" tutto da rivedere. Lo Stato deve provvedere alla salute pubblica e non necessariamente alla divulgazione della medicina ortodossa. Oggi, infatti, c'è un ripensamento in atto circa l'obbligo vaccinale nel senso di una ulteriore legge che permetta l'obiezione di coscienza. Si arriverà, io credo, in breve tempo alla libertà di scelta delle vaccinazioni e, più in generale, alla libertà di scelta terapeutica.

Il vaccino è un miscuglio di tossine che vengono introdotte nel corpo per determinare una risposta anticorpale. In teoria quindi la vaccinazione è un fatto positivo che rafforzerebbe le difese immunitarie della persona. Di fatto l'intossicazione da vaccino non è naturale, rappresentando uno stimolo diretto troppo potente e tale da indebolire le difese organiche. I danni da vaccino sono innumerevoli e gravi, più di quanto possiamo immaginare.

Infatti esse rappresentano nei primi anni di vita di un bambino il più importante e negativo agente inquinante per il suo organismo: è assolutamente logico pensare che la pratica vaccinale sia, per la sua riconosciuta tossicità, comunque coinvolta qualora si manifestino dei sintomi di cattivo funzionamento organico.

Anche se la medicina ufficiale sottovaluta i rischi e le reazioni connessi alle vaccinazioni, i genitori ne constatano sempre gli effetti sui figli, il cui comportamento, funzionale e psicologico, cambia in modo strano: rossore, gonfiore, dolore, irrequietezza, difficoltà nel prender sonno, sonno disturbato, pianto apparentemente ingiustificato, reazioni allergiche, sono alcuni dei sintomi che troppo spesso seguono quella barbara pratica di prevenzione.

La vaccinazione nasce per potenziare le difese dell'organismo nei confronti di agenti patogeni esterni come virus e batteri: ma virus e batteri sono stati creati per attaccare ed uccidere l'uomo? Se essi fossero veramente come ce li descrivono, cioè patogeni, non saremmo qui né a scrivere né a leggere queste riflessioni. Maurizio Alberini ».

I mezzi vitali sono fattori primari di guarigione:

SOLE (Limone, Aloe, Rosmarino, Alloro, Aglio, Iperico, Ortica, Oro…)

ARIA (Polline, Miele, Propoli, Eucalipto, Santoreggia, Timo, Pino, Oli essenziali puri…)

ACQUA (Mare, Alghe Marine, Sale Marino Integrale, Cipolla, Ginkgo, Argento…)

TERRA (Argilla verde, Equiseto, Carota…)

Occorre potenziare il SISTEMA IMMUNITARIO con piante immunostimolanti e antivirali:

Limone, Aloe, Rosmarino, Alloro, Echinacea, Ortica, Melissa, Santoreggia, Timo, Pino, Eucalipto, Rosa canina, Arancia, Pompelmo, Cannella, Aglio, Cipolla, Chiodi Garofano…

In merito ai farmaci e ai vaccini: Non rappresentano certo la via della salute, creano ulteriore intossicazione e indebolimento organico generazionale e quando impiegati su costituzioni fragili possono arrivare in effetti a provocare persino la morte « Quando la coscienza, questo luminoso occhio dell'anima (cf. Mt 6, 22-23), chiama «bene il male e male il bene» (Is 5, 20), è ormai sulla strada della sua degenerazione più inquietante e della più tenebrosa cecità morale.

Eppure tutti i condizionamenti e gli sforzi per imporre il silenzio non riescono a soffocare la voce del Signore che risuona nella coscienza di ogni uomo: è sempre da questo intimo sacrario della coscienza che può ripartire un nuovo cammino di amore, di accoglienza e di servizio alla vita umana. Giovanni Paolo II ».

Il male ha un limite. Il limite imposto al male è costituito dal bene – il bene divino e quello umano che si sono manifestati nella stessa storia, nell’arco del secolo scorso e di interi millenni. Comunque, non si dimentica facilmente il male di cui si è fatta diretta esperienza. Si può soltanto perdonarlo. E che cosa significa perdonare, se non appellarsi al bene che è più grande di qualunque male? Tale bene, in definitiva, ha il suo fondamento soltanto in Dio. Solo Dio è questo bene. Questo limite posto al male dal Bene divino è entrato a far parte della storia dell’uomo, per opera di Cristo.

La presenza del male è sempre accompagnata dalla presenza del bene, della grazia.

La redenzione continua. Dove cresce il male, lì cresce anche la speranza del bene.

Non vi è male da cui Dio non possa trarre un bene più grande. Non c’è sofferenza che Egli non sappia trasformare in strada che conduce a Lui. Offrendosi liberamente alla passione e alla morte di croce, il Figlio di Dio ha preso su di sé tutto il male del peccato. La sofferenza di Dio crocifisso non è soltanto una forma di sofferenza accanto alle altre, un dolore più o meno grande, ma è una sofferenza di grado e misura incomparabili. Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza, l’ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’Amore.  È la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell’Amore e trae dal peccato una multiforme fioritura di bene.

Cristo ha prevalso sul male e permette anche a noi di vincerlo. Le nostre sofferenze acquistano significato e valore se unite alle sue. In quanto Dio e uomo, Cristo ha assunto su di sé le sofferenze dell'umanità e in Lui la sofferenza umana stessa assume un significato di redenzione. In questa unione fra l'umano e il divino, la sofferenza manifesta il bene e supera il male.

«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno» (Gv 11, 25-26). Gesù è il Figlio che dall'eternità riceve la vita dal Padre (cf. Gv 5, 26) ed è venuto tra gli uomini per farli partecipi di questo dono: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10). Gesù stesso ci ha mostrato col suo esempio che preghiera e digiuno sono le armi principali e più efficaci contro le forze del male (cf. Mt 4, 1-11) e ha insegnato ai suoi discepoli che alcuni demoni non si scacciano se non in questo modo (cf. Mc 9, 29). Ritroviamo, dunque, l'umiltà e il coraggio di pregare e digiunare, per ottenere che la forza che viene dall'Alto faccia crollare i muri di inganni e di menzogne, che nascondono agli occhi di tanti nostri fratelli e sorelle la natura perversa di comportamenti e di leggi ostili alla vita, e apra i loro cuori a propositi e intenti ispirati alla civiltà della vita e dell'amore. Giovanni Paolo II.

Occorre impegnarsi in prima persona, insieme con tutte le persone di buona volontà, nella costruzione di un mondo che sia veramente a misura d’uomo, anzi a misura di figli di Dio. Con speranza ogni giorno rinnovata, voi dovete battervi, a fianco di chi questa lotta ha intrapreso prima di voi, per riparare il male, consolare gli afflitti, offrire la parola della speranza che può convertire i cuori e indurre a benedire invece che a maledire, ad amare invece che a odiare. Voi sarete, in questo modo, testimoni della luce di Cristo in un mondo nel quale le tenebre del male continuano a insidiare pericolosamente i cuori umani.

Il vostro coraggio e la vostra forza saranno tanto più grandi quanto più comprenderete che, in questo combattimento fra la luce e le tenebre, non spetta a noi determinare quali debbano esserne gli sviluppi e, ancora meno, quale la conclusione. A noi spetta soltanto di fare in esso la nostra parte con lealtà e coerenza contando sulla forza del Cristo risorto, fino a quando il Padre, che guida la storia verso il suo trascendente destino, non riterrà che la pienezza dei tempi sia giunta.

Non si può restare alla superficie del male, bisogna arrivare alle sue radici, alle cause, alla verità della coscienza fino in fondo.

Il male si presenta come bene e il bene viene squalificato. Non ci indica questo l'esperienza stessa dei nostri tempi, dovunque Dio sia stato rimosso oltre l'orizzonte delle valutazioni, degli apprezzamenti, degli atti?

Perché solo Dio è buono? Perché egli è Amore. Cristo dà questa risposta con le parole del Vangelo e, soprattutto, con la testimonianza della propria vita e morte: «Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Dio è buono proprio perché «è Amore» (1Gv 4,8.16).

E forse massimamente nel momento della prova, dell'umiliazione, della persecuzione, della sconfitta, allorché la nostra umanità viene quasi cancellata agli occhi degli uomini, oltraggiata e calpestata: allora la consapevolezza che il Padre ci ha da sempre amati nel suo Figlio, che il Cristo ama ognuno e sempre, diventa un fermo punto di sostegno per tutta la nostra esistenza umana. Quando tutto si pronuncia in favore del dubbio su se stessi e sul senso della propria vita, allora questo sguardo di Cristo, cioè la consapevolezza dell'amore che in lui si è dimostrato più potente di ogni male e di ogni distruzione, questa consapevolezza ci permette di sopravvivere.

L'amore che «è paziente, è benigno, che non cerca il suo ... e non tiene conto del male»; l'amore, che sa «compiacersi della verità», l'amore che «tutto sopporta» (cfr. 1Cor 13,4.5.6.7).

Bisogna che la giovinezza sia una «crescita», che porti con sé il graduale accumulo di tutto ciò che è vero, che è buono e che è bello, perfino quando essa sia «dall'esterno» unita alle sofferenze, alla perdita di persone care ed a tutta l'esperienza del male, che incessantemente si fa sentire nel mondo in cui viviamo.

Bisogna che la giovinezza sia una «crescita». A questo fine è di enorme importanza il contatto col mondo visibile, quello con la natura. Questo rapporto ci arricchisce durante la giovinezza in modo diverso da quello della scienza sul mondo «attinta dai libri». Ci arricchisce in modo diretto. Si potrebbe dire che, rimanendo in contatto con la natura, noi assumiamo nella nostra esistenza umana il mistero stesso della creazione, che si scopre davanti a noi con inaudita ricchezza e varietà di esseri visibili e, al tempo stesso, costantemente invita verso ciò che è nascosto, che è invisibile.

La sapienza - sia per bocca dei libri ispirati (cfr. Sal 104[103]; Sal 19[18]; Sap 13,1-9; 7,15-20), come del resto con la testimonianza di molte menti geniali - sembra mettere in evidenza in diversi modi «la trasparenza del mondo». E' bene per l'uomo leggere in questo mirabile libro qual è il «libro della natura», spalancato per ognuno di noi. Ciò che una giovane mente e un giovane cuore leggono in esso sembra essere sincronizzato profondamente con l'esortazione alla sapienza: «Acquista la sapienza, acquista l'intelligenza ... Non abbandonarla, ed essa ti custodirà; amala, e veglierà su di te» (Pr 4,5s).

L'uomo d'oggi, specialmente nell'ambito della civiltà tecnica ed industriale altamente sviluppata, è divenuto su grande scala l'esploratore della natura, trattandola non di rado in modo utilitario, distruggendo così molte delle ricchezze e delle sue attrattive ed inquinando l'ambiente naturale della sua esistenza terrena. La natura, invece, è data all'uomo anche come oggetto di ammirazione e di contemplazione, come un grande specchio del mondo. Si riflette in essa l'alleanza del Creatore con la sua creatura, il cui centro sin dall'inizio si trova nell'uomo, creato direttamente «ad immagine» del suo Creatore.

E perciò auguro anche a voi, giovani, che la vostra crescita «in età e in sapienza» avvenga mediante il contatto con la natura. Abbiate tempo per questo! Non lo risparmiate! Accettate anche la fatica e lo sforzo che questo contatto a volte comporta, specialmente quando desideriamo raggiungere obiettivi particolarmente rilevanti. Questa fatica è creativa, costituisce insieme l'elemento di un sano riposo, che è necessario al pari dello studio e del lavoro.

Se voi, dunque, portate in voi stessi il desiderio della fratellanza, ciò significa che «la parola di Dio dimora in voi». Dimora in voi quella dottrina che Cristo ha portato e che giustamente ha il nome di «Buona Novella». E dimora sulle vostre labbra, o almeno è radicata nei vostri cuori, la preghiera del Signore, che inizia con le parole «Padre nostro». La preghiera che, mentre rivela il Padre, conferma al tempo stesso che gli uomini sono fratelli - e si oppone nell'intero suo contenuto a tutti i programmi costruiti secondo un principio di lotta dell'uomo contro l'uomo in qualsiasi forma. La preghiera del «Padre nostro» allontana i cuori umani dall'inimicizia, dall'odio, dalla violenza, dal terrorismo, dalla discriminazione, dalle situazioni in cui la dignità umana e i diritti umani sono calpestati.

L'Apostolo scrive che voi, giovani, siete forti della dottrina divina: di quella dottrina che è contenuta nel Vangelo di Cristo e si riassume nella preghiera del «Padre nostro». Sì! Siete forti di questo insegnamento divino, siete forti di questa preghiera. Siete forti, perché essa infonde in voi l'amore, la benevolenza, il rispetto dell'uomo, della sua vita, della sua dignità, della sua coscienza, delle sue convinzioni e dei suoi diritti. Se «avete conosciuto il Padre», siete forti con la potenza della fratellanza umana.

Siete anche forti per la lotta: non per la lotta contro l'uomo, nel nome di qualsiasi ideologia o pratica distaccata dalle radici stesse del Vangelo, ma forti per la lotta contro il male, contro il vero male: contro tutto ciò che offende Dio, contro ogni ingiustizia e ogni sfruttamento, contro ogni falsità e menzogna, contro tutto ciò che offende ed umilia, contro tutto ciò che profana la convivenza umana e le relazioni umane, contro ogni crimine nei riguardi della vita: contro ogni peccato.

L'Apostolo scrive: «Avete vinto il maligno»! E' così. Bisogna costantemente risalire alle radici del male e del peccato nella storia dell'umanità e dell'universo, così come Cristo risalì a queste stesse radici nel suo mistero pasquale della Croce e della Risurrezione.

Non bisogna aver timore di chiamare per nome il primo artefice del male: il Maligno. La tattica, che egli adoperava ed adopera, consiste nel non rivelarsi, affinché il male, da lui innestato sin dall'inizio, riceva il suo sviluppo dall'uomo stesso, dai sistemi stessi e dalle religioni interumane, tra le classi e tra le nazioni ... per diventare anche sempre di più peccato «strutturale», e lasciarsi sempre di meno identificare come peccato «personale». Dunque, affinché l'uomo si senta in un certo senso «liberato» dal peccato e, al tempo stesso, sempre di più sia in esso sprofondato.

Nella storia umana, pur segnata dal male e dalla sofferenza, l'ultima parola appartiene alla Vita e all'Amore, perché Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, affinché noi potessimo abitare in Lui.

Gesù non ha solo curato e guarito i malati, ma è anche stato un instancabile promotore della salute attraverso la sua presenza salvifica, l'insegnamento, l'azione. Il suo amore per l'uomo si traduceva in rapporti pieni di umanità, che lo conducevano a comprendere, a mostrare compassione, a recare conforto unendo armonicamente tenerezza e forza. Egli si commuoveva di fronte alla bellezza della natura, era sensibile alla sofferenza degli uomini, combatteva il male e l'ingiustizia. Affrontava gli aspetti negativi dell'esperienza con coraggio e senza ignorarne il peso, comunicava la certezza di un mondo nuovo. In Lui, la condizione umana mostrava il volto redento e le aspirazioni umane più profonde trovavano realizzazione.

Questa pienezza armoniosa di vita egli vuole comunicare agli uomini di oggi. La sua azione salvifica mira non solo a colmare l'indigenza dell'uomo, vittima dei propri limiti ed errori, ma a sostenerne la tensione verso la completa realizzazione di sé. Egli apre davanti all'uomo la prospettiva della stessa vita divina: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10). Giovanni Paolo II.

EBOLA come qualsiasi aspetto della malattia si può vincere!

Grazie alla forza dell’Amore e della Vita.

Grazie alle multiformi espressioni della Natura vivente!

Grazie a Maria, Stella del Mare.

Grazie alla Madre dell’Amore.

Possa il fresco profumo della Natura vivente avvolgerti di purezza e benessere, donandoti l’abbraccio della gioia, risvegliando la forza e la volontà d’azione, felice di condurti dalla Terra al Cielo!

 

 

Preghiera di Giovanni Paolo II

O Maria, Aiuto dei Cristiani, nelle nostre necessità ci rivolgiamo a te
con occhi di amore, con mani libere e cuori ardenti.
Ci rivolgiamo a te per poter vedere il tuo Figlio, nostro Signore.
Innalziamo le mani per avere il Pane della Vita.
Spalanchiamo i cuori per ricevere il Principe della Pace.
Madre della Chiesa, i tuoi figli e figlie ti ringraziano
per la tua parola affidabile che risuona lungo i secoli,
innalzandosi da un'anima vuota resa colma di grazia,
preparata da Dio per accogliere la Parola data al mondo,
affinché il mondo stesso possa rinascere.
In te, il regno di Dio è albeggiato,
un regno di grazia e di pace, di amore e di giustizia, sorto dalle profondità della Parola fatta carne.
La Chiesa in tutto il mondo si unisce a Te nel dar lode a Lui
la cui misericordia si estende di generazione in generazione.

O Stella Maris, luce di ogni oceano e Signora delle profondità,
guida i popoli attraverso ogni mare oscuro e tempestoso,
affinché possano giungere al porto della pace e della luce
preparato in Colui che ha calmato le acque.
Proteggi tutti i tuoi figli da ogni male,
poiché le onde sono alte e noi siamo lontano da casa.
Mentre ci avventuriamo per gli oceani del mondo,
e attraversiamo i deserti del nostro tempo,
mostraci, o Maria, il Frutto del tuo grembo,
poiché senza il Figlio tuo siamo perduti.
Prega affinché mai veniamo meno lungo il cammino della vita,
affinché nel cuore e nell'animo, con le parole e con gli atti,
nei giorni di bufera e nei giorni di bonaccia,
possiamo sempre volgerci a Cristo e dire:
«Chi è costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

Nostra Signora della Pace, nella quale ogni tempesta si placa,
all'inizio del nuovo millennio prega
perché la Chiesa non cessi di mostrare a tutti
il volto glorioso del tuo Figlio, pieno di grazia e di verità,
così che
Dio regni nei cuori dei popoli
ed essi trovino pace nel Salvatore del mondo.
Intercedi per la Chiesa, affinché abbia la forza
di seguire fedelmente la
via di Gesù Cristo,
di proclamare coraggiosamente la
verità di Gesù Cristo,
di vivere gioiosamente la
vita di Gesù Cristo.
Aiuto dei Cristiani, proteggici!
Luminosa Stella del Mare, guidaci!
Nostra Signora della Pace, prega per noi!

 

Messaggio di Papa Benedetto XVI

Cari giovani!

Davanti all’Ostia sacra, nella quale Gesù per noi si è fatto pane che dall’interno sostiene e nutre la nostra vita (cfr Gv 6,35), inizia il cammino interiore dell’adorazione. Nell’Eucaristia l’adorazione deve diventare unione. Con la Celebrazione eucaristica ci troviamo in quell’ “ora” di Gesù di cui parla il Vangelo di Giovanni. Mediante l’Eucaristia questa sua “ora” diventa la nostra ora, presenza sua in mezzo a noi. Insieme con i discepoli Egli celebrò la cena pasquale d’Israele, il memoriale dell’azione liberatrice di Dio che aveva guidato Israele dalla schiavitù alla libertà. Gesù segue i riti d’Israele. Recita sul pane la preghiera di lode e di benedizione.

Poi però avviene una cosa nuova. Egli ringrazia Dio non soltanto per le grandi opere del passato; lo ringrazia per la propria esaltazione che si realizzerà mediante la Croce e la Risurrezione, parlando ai discepoli anche con parole che contengono la somma della Legge e dei Profeti: “Questo è il mio Corpo dato in sacrificio per voi. Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio Sangue”. E così distribuisce il pane e il calice, e insieme dà loro il compito di ridire e rifare sempre di nuovo in sua memoria quello che sta dicendo e facendo in quel momento.

Che cosa sta succedendo? Come Gesù può distribuire il suo Corpo e il suo Sangue? Facendo del pane il suo Corpo e del vino il suo Sangue, Egli anticipa la sua morte, l’accetta nel suo intimo e la trasforma in un’azione di amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto di un amore che si dona totalmente. È questa la trasformazione sostanziale che si realizzò nel cenacolo e che era destinata a suscitare un processo di trasformazioni il cui termine ultimo è la trasformazione del mondo fino a quella condizione in cui Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28).

Già da sempre tutti gli uomini in qualche modo aspettano nel loro cuore un cambiamento, una trasformazione del mondo. Ora questo è l’atto centrale di trasformazione che solo è in grado di rinnovare veramente il mondo: la violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita. Poiché questo atto tramuta la morte in amore, la morte come tale è già dal suo interno superata, è già presente in essa la risurrezione. La morte è, per così dire, intimamente ferita, così che non può più essere lei l’ultima parola.

È questa, per usare un’immagine a noi oggi ben nota, la fissione nucleare portata nel più intimo dell’essere – la vittoria dell’amore sull’odio, la vittoria dell’amore sulla morte. Soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male può suscitare poi la catena di trasformazioni che poco a poco cambieranno il mondo. Tutti gli altri cambiamenti rimangono superficiali e non salvano. Per questo parliamo di redenzione: quello che dal più intimo era necessario è avvenuto, e noi possiamo entrare in questo dinamismo. Gesù può distribuire il suo Corpo, perché realmente dona se stesso.

Questa prima fondamentale trasformazione della violenza in amore, della morte in vita trascina poi con sé le altre trasformazioni. Pane e Vino diventano il suo Corpo e Sangue. A questo punto però la trasformazione non deve fermarsi, anzi è qui che deve cominciare appieno. Il Corpo e il Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Noi stessi dobbiamo diventare Corpo di Cristo, consanguinei di Lui. Tutti mangiamo l’unico pane, ma questo significa che tra di noi diventiamo una cosa sola. L’adorazione, abbiamo detto, diventa unione. Dio non è più soltanto di fronte a noi, come il Totalmente Altro. È dentro di noi,  e noi siamo in Lui.

La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri e estendersi a tutto il mondo, perché il suo amore diventi realmente la misura dominante del mondo. Io trovo un’allusione molto bella a questo nuovo passo che l’Ultima Cena ci ha donato nella differente accezione che la parola “adorazione” ha in greco e in latino. La parola greca suona proskynesis. Essa significa il gesto della sottomissione, il riconoscimento di Dio come nostra vera misura, la cui norma accettiamo di seguire.

Significa che libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene, per diventare in tal modo noi stessi veri e buoni. Questo gesto è necessario, anche se la nostra brama di libertà in un primo momento resiste a questa prospettiva. Il farla completamente nostra sarà possibile soltanto nel secondo passo che l’Ultima Cena ci dischiude. La parola latina per adorazione è ad-oratio – contatto bocca a bocca, bacio, abbraccio e quindi in fondo Amore. La sottomissione diventa unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è Amore.

Così sottomissione acquista un senso, perché non ci impone cose estranee, ma ci libera in funzione della più intima verità del nostro essere.

Torniamo ancora all’Ultima Cena. La novità che lì si verificò, stava nella nuova profondità dell’antica preghiera di benedizione d’Israele, che da allora diventa la parola della trasformazione e dona a noi la partecipazione all’ “ora” di Cristo. Gesù non ci ha dato il compito di ripetere la Cena pasquale che, del resto, in quanto anniversario, non è ripetibile a piacimento. Ci ha dato il compito di entrare nella sua “ora”. Entriamo in essa mediante la parola del potere sacro della consacrazione – una trasformazione che si realizza mediante la preghiera di lode, che ci pone in continuità con Israele e con tutta la storia della salvezza, e al contempo ci dona la novità verso cui quella preghiera per sua intima natura tendeva.

Questa preghiera – chiamata dalla Chiesa “preghiera eucaristica” – pone in essere l’Eucaristia. Essa è parola di potere, che trasforma i doni della terra in modo del tutto nuovo nel dono di sé di Dio e ci coinvolge in questo processo di trasformazione. Per questo chiamiamo questo avvenimento Eucaristia, che è la traduzione della parola ebraica beracha – ringraziamento, lode, benedizione, e così trasformazione a partire dal Signore: presenza della sua “ora”.

L’ora di Gesù è l’ora in cui vince l’Amore. In altri termini: è Dio che ha vinto, perché Egli è l’Amore. L’ora di Gesù vuole diventare la nostra ora e lo diventerà, se noi, mediante la celebrazione dell’Eucaristia, ci lasciamo tirare dentro quel processo di trasformazioni che il Signore ha di mira. L’Eucaristia deve diventare il centro della nostra vita.

Lo sperimentiamo proprio quanto sia bello appartenere ad una famiglia vasta come il mondo, che comprende il cielo e la terra, il passato, il presente e il futuro e tutte le parti della terra. In questa grande comitiva di pellegrini camminiamo insieme con Cristo, camminiamo con la stella che illumina la storia.

“Entrati nella casa, videro il bambino e Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono” (Mt 2,11). Cari amici, questa non è una storia lontana, avvenuta tanto tempo fa. Questa è presenza. Qui nell’Ostia sacra Egli è davanti a noi e in mezzo a noi. Come allora, si vela misteriosamente in un santo silenzio e, come allora, proprio così svela il vero volto di Dio. Egli per noi si è fatto chicco di grano che cade in terra e muore e porta frutto fino alla fine del mondo (cfr Gv 12,24). Egli è presente come allora in Betlemme. Ci invita a quel pellegrinaggio interiore che si chiama adorazione. Mettiamoci ora in cammino per questo pellegrinaggio e chiediamo a Lui di guidarci.

Amen.

 

Messaggio di Papa Francesco

La fede significa anche credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui … i chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14).

Crediamo al Vangelo che dice che il Regno di Dio è già presente nel mondo, e si sta sviluppando qui e là, in diversi modi: come il piccolo seme che può arrivare a trasformarsi in una grande pianta (cfr Mt 13,31-32), come una manciata di lievito, che fermenta una grande massa (cfr Mt 13,33) e come il buon seme che cresce in mezzo alla zizzania (cfr Mt 13,24-30), e ci può sempre sorprendere in modo gradito. È presente, viene di nuovo, combatte per fiorire nuovamente. La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva!

Poiché non sempre vediamo questi germogli, abbiamo bisogno di una certezza interiore, cioè della convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti, perché «abbiamo questo tesoro in vasi di creta» (2 Cor 4,7). Questa certezza è quello che si chiama “senso del mistero”. È sapere con certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo (cfr Gv 15,5). Tale fecondità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata. Uno è ben consapevole che la sua vita darà frutto, ma senza pretendere di sapere come, né dove, né quando. Ha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza.

Tutto ciò circola attraverso il mondo come una forza di vita. A volte ci sembra di non aver ottenuto con i nostri sforzi alcun risultato, ma la missione non è un affare o un progetto aziendale, non è neppure un’organizzazione umanitaria, non è uno spettacolo per contare quanta gente vi ha partecipato grazie alla nostra propaganda; è qualcosa di molto più profondo, che sfugge ad ogni misura. Forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai.

Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole; noi ci spendiamo con dedizione ma senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi come pare a Lui.

Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). E ancora: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9). La potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre del male e guidare sulla via del bene.

 

Messaggio di Romolo Mantovani

Noi siamo una potenza creatrice continua di Vita, siamo una coscienza nell’infinita Coscienza di vita universale; quando sentirai in te questa verità, tu sarai allora mentalmente radicalmente guarito e potrai acquistare uno stato di salute perfetta, tutti i tuoi mali scompariranno, sia quelli del corpo fisico come quelli dell’anima e dello spirito. Tu potrai essere guarito per l’eternità.

Sei tu, e tu solo, che puoi liberarti.

Gesù Cristo non voleva che l’uomo rimanesse uno sfruttato e ci ha dato quest’ordine: « Siate liberi! », ed è per questa ragione che è stato crocifisso.

La liberazione dell’uomo deve venire dall’uomo stesso, dalla sua comprensione e dalla sua intima coscienza.

Sii un uomo libero, che sa superare ogni limitazione, e tu potrai allora ritrovare ben presto la salute.

Tu sai che il mondo è il prodotto di un Principio Spirituale Creatore. Sforzati di sentirti parte integrante di questo Principio Spirituale Universale.

Ricordati che tu sei una creazione continua di vita, che tutti i poteri sono in te. Alzati e cammina, noi ti indicheremo il cammino e t’aiuteremo. Anche noi abbiamo conosciuto le stesse sofferenze che oggi sono tue; anche noi siamo stati affranti dagli stessi dolori e dalla medesima disperazione, ma un amico invisibile ci ha illuminato e noi viviamo oggi nella gioia di una salute perfetta, nella gioia ancor più grande di poter condurre dei Fratelli al possesso di questo bene inestimabile della vita nella salute integrale.

Coraggio, Fratello, noi siamo qua, e tutta la potenza della vita è qui per aiutarti.
Medita profondamente su tutto ciò che ti abbiamo detto. Trascorri più tempo che puoi in questa meditazione, e la luce si farà in te.

Ripetiti sovente:

Io sono di essenza divina.
Io sono il re dei milioni di cellule che compongono il mio corpo fisico.
Queste cellule si rinnovano continuamente.
Queste cellule sono degli esseri viventi, dei servitori intelligenti e fedeli che son pronti a servirmi.
Io imparo a dirigerli nel giusto e nel vero: verso la salute ideale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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