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La legge della guarigione

di Virginia Vetrano

 

I processi della malattia non sono altro
che il potere di guarigione della natura in azione.

Herbert M. Shelton

 

« Tutta la Francia udrà parlare dell’igiene naturale e della vostra Health School [Scuola della salute]! », esclamò il signor S. J. di Parigi, congedandosi dal dott. Herbert Shelton la sera del 1 marzo del 1972.

S. J. lamentava indebolimento della vista, era condannato a perdere l’udito, il gusto e l’olfatto; ora lasciava la Health School perfettamente guarito. La sua riconoscenza era tale che gli occhi gli si riempivano di lacrime mentre non cessava di stringere la mano al dott. Shelton. Continuava a ripetere, con risoluta ostinazione, che tutti i Francesi avrebbero sentito parlare della Health School...          « Dove la salute viene costruita, non comprata! ».

Io fui presente a questo toccante episodio, non soltanto perché avevo guidato il digiuno e il programma nutritivo del dopo-digiuno del signor S. J., ma anche perché costui e il dott. Shelton non potevano comunicare tra loro senza il mio aiuto. S. J. non parlava l’inglese e Shelton non parlava il francese, cosicché a me toccò di fungere da interprete.

S. J. era venuto da Parigi in cerca di una cura igienica, dopo tanti anni di trattamenti medicamentosi. I medici curanti ammettevano ormai di non poter più far nulla per lui:
non riusciva a respirare bene col naso a causa di una rinite cronica che durava già da una decina d’anni; era torturato dai polipi che continuavano a ricrescere — ostruendogli le cavità nasali — non appena venivano asportati, tanto che pensava che per lui non valesse più la pena di vivere. Era giunto a farsi estirpare polipi nasali ogni settimana, per tre settimane consecutive, ma tutto era stato inutile; quelli continuavano a riformarsi. Deciso finalmente a non sottoporsi a ulteriori interventi, il cui esito era peraltro scontato, il signor S. J. prese l’aereo per l’America, con il preciso intento di invocare l’aiuto di un igienista.

I chirurghi francesi, come del resto gli americani e tutti gli altri, sono molto abili quando hanno il bisturi in mano; erano in grado di estirpare i polipi nasali del nostro giovanotto via via che questi crescevano, ma non conoscendo la causa prima della situazione patologica alla quale volevano ovviare, è chiaro che tali operazioni, non rimuovendo la causa, non avrebbero mai guarito il malato.

S. J. non faceva che lamentarsi della sua ingrata situazione in tutti quegli anni e dichiarò ripetutamente di non sentirsi più in condizioni di continuare a tollerarla: « Se non mi metto, ogni notte, delle gocce nel naso non riesco a chiuder occhio! ».

È già abbastanza spiacevole non riuscire a respirare bene, ma lui aveva anche perso il gusto e l’olfatto e stava diventando sordo. Tutto ciò lo spaventava oltremodo. Come si è già detto, i medici curanti erano nell’impossibilità di attenuare, con medicamenti o interventi chirurgici, l’infiammazione cronica delle sue vie respiratorie. Pertanto gli dissero, non senza una certa dose di brutalità: « Ormai, la perdita dell’olfatto e del gusto è irreparabile; con ogni probabilità lei diventerà anche completamente sordo ».

Quando venne a mettersi in cura dal dott. Shelton, il paziente aveva perso, in tre mesi, circa quindici chili, dato che non aveva più appetito. Come sintomatologia concomitante lamentava anche un certo grado d’intorpidimento delle mani e dei piedi, specie al mattino, quando doveva alzarsi dal letto. Era stato curato con iniezioni di cortisone e con vari tipi dj pillole; tutti questi farmaci lo facevano sentire pigro, sonnolento, privo di vitalità e con la testa confusa.

Dopo aver ascoltato tutta la lista dei suoi disturbi, gli feci iniziare il digiuno terapeutico, togliendogli naturalmente tutte le medicine. Al decimo giorno di cura dichiarò di cominciare a udire meglio; effettivamente sentiva i suoni così forti da esserne, talvolta, addirittura disturbato; il suo naso era meno chiuso, pur lamentando tuttora una lieve dolenzia ai seni paranasali. Ma dichiarava altresì che, per la prima volta dopo tanti mesi, gli pareva di poter finalmente pensare in modo lucido e chiaro.

Prima di affidarsi alle mie cure, negli ultimi due anni, le parole gli ballavano davanti agli occhi, quando leggeva, ma già dopo dodici giorni di digiuno riusciva a leggere per lunghi periodi di tempo senza provare più alcun disturbo. Al sedicesimo giorno di digiuno il suo olfatto era così sensibile che non poteva trattenersi dal dirmi tutto quello che veniva preparato nelle cucine poste al piano di sotto. E pensare che i medici gli avevano detto che non avrebbe più recuperato l’olfatto! Era tanto furibondo, nei riguardi di quei medici, che non si stancava di ripetermi con veemenza, in francese: « Ils sont des assassins! ».

Verso il ventisettesimo giorno di digiuno incominciò ad avere un po’ di fame e, dato che per motivi di lavoro doveva tornarsene abbastanza presto in Francia, la cura venne interrotta al ventottesimo giorno. Il momento della sua partenza fu poco meno che drammatico e toccante, tanto per me come per il dott. Shelton.

Gli igienisti sono soliti assistere a tante meravigliose guarigioni che dopo qualche anno di pratica una guarigione come quella citata diventa “un fatto di tutti i giorni”. Cionondimeno, ogni guarigione fa piacere a chi applica i canoni dell’igiene e gli infonde nuovo coraggio per continuare nella sua strada. La guarigione è la regola, non l’eccezione e non manca di destar sorpresa, perciò, che ci sia ancora gente che continua a chiedere sperimentazioni “scientifiche” per provare la validità dell’igiene naturale.

« Dove sono le vostre statistiche? », mi vien chiesto sovente. « È lecito dire che l’igiene è portentosa e che il digiuno ha aiutato migliaia di persone; ma adesso la questione va sottoposta al metodo scientifico-statistico. Per dare alla gente una prova sicura, dovete aver sottomano un certo numero di persone con la stessa malattia, metà delle quali trattate con medicinali e metà trattate igienicamente. Allora soltanto, se la metà trattata igienicamente guarisce e la metà curata con medicamenti no, si potrà dire con certezza a tutti che l’igiene è migliore ».

Per conto mio ho visto così tante persone guarire dopo un trattamento igienico — persone che non erano guarite con cure medicamentose o con altri metodi terapeutici — che non mi occorrono ulteriori prove. Ecco perché dimentico volentieri che le “prove” sono necessarie per coloro i quali sono pieni di timori e di pregiudizi in nome della “scienza” medica. Basta pensarci un attimo e sarà subito chiaro come, a chi pratica l’igiene, non mancano certamente i dati statistici. Nessuno meglio di loro sa quanti malati che vengono in cerca d’aiuto sono già con un piede nella tomba. Tutti hanno già affrontato cure di vario genere; la grande maggioranza, per anni, si sono sottoposti a cure mediche o altre forme di terapia.

Quando la medicina ufficiale non dà più alcun risultato, i malati cominciano allora a fare il giro dei “guaritori” o personaggi d’altro genere. Se anche qui falliscono, allora si mettono in caccia di qualche cosa di meglio e, dopo anni di ricerche e dopo aver speso interi capitali presso i “mercanti della salute”, vengono finalmente informati che esiste un nuovo metodo fondato su basi fisiologiche, chiamato igiene, capace di compiere miracoli. Vien detto loro: «Se l’igiene non riesce ad aiutarti, non ti rimane proprio nient’altro da tentare! ». Rispondono: « Ho provato di tutto, posso provare anche questo ».

E così queste persone distrutte, denutrite, intossicate dai farmaci, ipercurate — se così si può dire — cercano di recuperare la salute per mezzo dei buoni uffici di un ortobionomo o igienista. Sotto trattamento, si sorprendono di non dover fare assolutamente nulla e di non dover prendere alcuna medicina. Certuni sanno già di dover rinunciare agli alimenti, altri nemmeno questo. È sempre comunque difficile far capire loro che sono essi stessi gli artefici della propria guarigione; cioè che possono star meglio solo rimuovendo le cause della malattia e migliorando così le condizioni di base della loro salute. Ma per rimuovere le cause di una malattia è necessario adottare un cambiamento totale di vita.

Ciò, spesso, è arduo; ma se si desidera mantenersi in buona salute anche dopo la guarigione, le sane abitudini saranno sempre necessarie. Quelli che rifiutano di abbandonare la vecchia strada sono per lo più sconfortati, tristi. Molti sono anche spaventati, altri scettici. Ma ormai hanno già provato di tutto, che cosa potrebbero ancora perdere?

Un giorno venne da me una malata che era stanca di esserlo e cercava l’aiuto dell’igiene. Aveva battuto a tante porte, ma senza risultati. Le feci iniziare il digiuno e le cose filarono lisce fino a quando si accorse che altri pazienti mangiavano. Ne rimase scossa. Si era rivolta a me perché le ero stata segnalata da una persona che lei stimava molto, ma non si era informata sul metodo di cura. « Lei vorrebbe che io rinunciassi al buon cibo per tutto il resto della mia vita? Questo non lo voglio proprio fare! », gridò. « Ho voglia di mangiare. Se devo nutrirmi come un coniglio per tutto il resto dei miei anni, preferisco morire subito. Che cosa direbbero i miei amici se sapessero che seguo una dieta così pazza? Sarebbe il colmo! ». Poi cominciò a piangere senza riuscire più a trattenersi. Aveva scoperto il prezzo della buona salute e, lì per lì, le sembrava troppo alto. Le veniva tolta la possibilità di continuare nel suo modo di vivere tradizionale e non aveva ancora capito abbastanza bene che poteva benissimo essere sostituito da uno stile di vita più piacevole e gratificante.

Fortunatamente quella donna era stata così a lungo ammalata che, dopo aver pianto a dirotto, consentì ad ascoltare qualcosa sul valore dell’igiene naturale. Le spiegai:
« L’igiene non è soltanto una scienza negativa; ha pure molti aspetti positivi ed è su questi che merita soffermarsi. La sua salute migliorerà in proporzione diretta all’adozione di un genere di vita armonizzato con le sue esigenze anatomico-fisiologiche. Lei ha bisogno di aria libera; che cosa c’è di più inebriante di una svelta passeggiata mattutina in campagna, dove l’aria è profumata di fiori e rinfrescante come un tuffo nelle acque cristalline di una sorgente? Quando si è in buona salute, la vita è più piacevole. Vivere sani vuol dire vivere lietamente ed è infinitamente più bello che spassarsela da epicurei, da golosi o da avidi ghiottoni. L’esercizio fisico farà sì che lei senta come rinascere il suo corpo. La gioia di sdraiarsi all’aperto, esponendo la pelle alla calda carezza del sole, la calmerà e la riempirà di soddisfazione. Rilassarsi e riposarsi non è privilegio delle classi sociali più abbienti, dato che l’igiene richiede riposo e sonno per tutti. Lei non dovrà più sentirsi colpevole quando si riposerà durante la giornata poiché questa è una quotidiana necessità. Il riposo e gli intermezzi di tempo libero sono necessari tanto quanto il lavoro e l’attività, così come il buon umore e la buona salute ».

Dopo parecchi giorni, quando l’ammalata per la prima volta sentì sparire i suoi dolori, cosa che non le accadeva da anni, pensò che dopo tutto non sarebbe stata una cosa sbagliata mutar genere di vita. Era fiera specialmente della sua nuova linea e la dieta non le pesava più, visto che la faceva sentir bene e la manteneva in una forma perfetta. Il digiuno aveva acuito il suo senso del gusto; dopo essersi abituata a mangiare l’insalata senza condimento, incominciò ad apprezzarne maggiormente il sapore. Ma, quel che più conta, stava bene di salute. Che cosa c’è di più “scientifico” della guarigione di una persona curata igienicamente, dopo il fallimento di tante altre terapie? Questa è verità, e la verità è scienza; se non si trattasse di verità non si tratterebbe nemmeno di scienza. Troppi esperimenti così detti “scientifici” si dimostrano falsi soltanto perché è il denaro a dettare la risposta; spesso lo scienziato che dichiara di professare il culto della verità, terrorizzato di perdere impiego e relativo compenso, manipola le condizioni dell’esperimento finché le risposte richieste non siano garantite. Questa non è scienza ma turlupinatura del pubblico.

La maggior parte della gente crede ancora troppo nelle medicine. I medici continuano a pensare che per curare il corpo sia necessario qualche cosa di estrinseco a esso. Molti anni fa il dott. Shelton scrisse nel VI volume del suo Hygienic System [Sistema igienico]: « Le ferite guariscono da sole e così le malattie ». Ed è proprio per l’incapacità di comprendere che le cose animate guariscono per conto proprio che la gente si meraviglia quando viene curata e guarita senza medicine, abituata com’è a passare di medico in medico continuando a stare male. Eppure si seguita a ripetere che tutto ciò non è “scientifico”, poiché “scientifico” è soltanto ciò che vien fatto da un medico. Ma il solo dato di fatto che tutti migliorano, quando non guariscono addirittura completamente, per mezzo dell’igiene, non significa forse che questa è una scienza?

Se S. J., tornando dal suo medico, gli avrà raccontato che è guarito e come è guarito, costui — molto probabilmente — gli ripeterà la solita frase e cioè che si danno sempre guarigioni spontanee e che, senza dubbio, nel suo caso si è trattato di una buona dose di fortuna. Ma questa e altre guarigioni del genere sono alcune soltanto fra le numerose e stupefacenti guarigioni di cui sono stata testimone durante gli anni in cui ho lavorato col dott. Shelton controllando tanti digiunatori. « Mi avete ridato una nuova vita », sento spesso ripetere da chi ha riconquistato la salute ed è di nuovo in grado di apprezzare la vita.

Il “rinnovamento” della vita è reso possibile da un periodo di astinenza, purché rettamente condotto. Il dott. Shelton mette in risalto le modalità di tale rinnovamento dell’organismo nella sua totalità (non soltanto di alcuni organi di senso) come conseguenza di un periodo di astensione da ogni genere di cibo. Questo tipo di “rigenerazione” è globale tanto negli organismi superiori più complessi, quanto negli inferiori; fra questi ultimi si possono osservare esempi estremamente suggestivi di rigenerazione dell’intero organismo. In alcune forme di vita, ad esempio, è stata constatata una rigenerazione biologica con ricomparsa del sesso maschile dopo numerose generazioni di riproduzione partenogenetica. Negli organismi superiori la capacità di rigenerazione è condizionata dalle differenziazioni strutturali e funzionali necessarie per una forma di esistenza più complessa. Negli esseri superiori il potere di rigenerazione è limitato anche dall’incalzare di modificazioni patologiche irreversibili che si sono stratificate in tutti i tessuti vitali. Tuttavia, nell’ambito delle alterazioni strutturali e funzionali e dell’embricarsi di situazioni patologiche irreversibili, il digiuno rende ancora possibile la rigenerazione cellulare.

Gli adepti dell’igiene, di ieri e di oggi, affermano enfaticamente che la guarigione non è un caso. La natura cura se stessa quando le cause morbose vengono rimosse e siano così ripristinate le condizioni di salute.

Noi proclamiamo la “legge della guarigione” davanti a scienziati e a medici, davanti alla gente di ogni parte del mondo, certi di esprimere una grande verità:

« Ogni creatura vivente, dalla più minuscola pianta al più gigantesco animale ripara, riplasma, rinnova e restaura le proprie strutture e tende alla guarigione, anche quando la morte sembri l’inevitabile risultato di agenti avversi e di influssi nocivi, senza aiuto di mezzi artificiali, poiché la vita tende a difendersi da se stessa ».

Molte verità fisiologiche sono state tradotte in leggi dagli adepti dell’igiene d’un tempo ma una legge che non ho mai visto formulare è proprio questa “legge della guarigione”.

Ho così voluto proporla per le future generazioni, affinché la ricordino e la mettano in pratica durante ogni stato di malattia o di semplice malessere, allo scopo di aiutarle a rafforzare la propria fiducia nella possibilità dell’organismo umano di adattarsi a ogni situazione e di difendersi da ogni causa esterna di danno. Allorché il danno non è troppo grande, la guarigione si verifica immancabilmente, purché non ostacoliamo i processi riparativi della natura.

 

Bibliografia:

Shelton Herbert: Digiunare per rinnovare la vita / Edizioni Paoline

 

 

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© 2010 Natura, Amore e Vita
Antonio BIGLIARDI


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